Missione a Sarajevo (Segretissimo SAS) by Gerard De Villiers

autore:Gerard De Villiers [De Villiers, Gerard]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Mondadori
pubblicato: 2024-02-06T12:00:00+00:00

10

Il rombo di tre grossi camion bianchi carichi di medicinali in partenza per Sarajevo interruppe la conversazione tra Celo e Malko. Appena i grossi automezzi si furono allontanati, il primo a parlare fu il bosniaco.

— Ha il denaro a Sarajevo? — chiese.

Sempre la stessa domanda ossessiva. Malko gli diede la stessa risposta che aveva dato a Farahdin e gli spiegò in tono paziente il suo metodo. La risposta parve soddisfare il bosniaco, anche se Malko si guardò bene dal fornire precisazioni sul volo. Celo era furbo. Essendo in possesso degli Stinger, poteva venirgli la cattiva idea di servirsene per abbattere l’aereo-cassaforte. In quel paese tutto era possibile.

Erano pari, ciascuno doveva fidarsi della parola dell’altro. Ma c’era ancora un grosso punto oscuro.

— Come fa a essere sicuro che Iradj Tourabi e i suoi uomini non faranno fallire di nuovo l’operazione?

Celo si passò la mano mutilata sui tre gigli scolpiti tra i capelli rasati.

— Dopo quello che è successo, il nostro gruppo ha troncato ogni rapporto con Tourabi e i suoi iraniani. Quindi non sanno cosa succede qui da noi. Ne erano rimasti con noi tre come istruttori. Due sono saltati su una mina nel corso di un pattugliamento. Ora ne è rimasto uno solo. Appena avremo messo a punto gli ultimi dettagli mi occuperò di lui.

La coalizione islamica presentava decisamente qualche punto debole. Malko abbozzò un sorriso candido e decise di fare una prova.

— Se desidera avere quel denaro in qualche altro luogo, tutto o in parte, magari presso una banca straniera, non ci sono problemi.

Celo parve risentirsi di quella proposta.

— Prima della guerra — rispose — avevo una bella casa non lontano da qui, due automobili, e mi guadagnavo da vivere gestendo una stazione di servizio. Quando tutto sarà finito ricomincerò. Non ho bisogno di denaro per me. Me ne andrò da queste montagne solo quando l’ultimo cetnico sarà sotterrato o fuggito. In compenso, abbiamo bisogno di munizioni. E nessuno ce le dà a credito. Guardi!

Si sfilò dalla cintura un oggetto cilindrico color grigio scuro, dal quale usciva una grossa miccia di fortuna.

— Ci siamo ridotti a fabbricarci delle granate recuperando l’esplosivo delle bombe serbe inesplose e tagliando dei tubi di acciaio. Con i suoi marchi comprerò delle vere granate che ridurranno i cetnici in poltiglia, delle bombe da mortaio a frammentazione che li decimeranno, delle pallottole esplosive per i nostri fucili.

Accorgendosi che stava diventando lirico, Malko lo interruppe.

— In concreto, che cosa mi propone? — chiese. — Quando possiamo concludere l’operazione?

Il miliziano bosniaco si grattò con forza uno dei gigli, riflettendo ad alta voce.

— Bisogna evitare Butmir e Sokolovići — disse. — Voglio che non ne sappia niente nessuno, a parte qualcuno dei miei uomini più fidati. Altrimenti gli iraniani cercheranno di vendicarsi.

— Qui a Kiseljak potrebbe andare bene? — chiese Malko.

— No, ci sono troppi soldati croati. Non voglio che gli Stinger finiscano nelle mani di quei bastardi. Bisogna trovare un terreno neutrale e fare in modo che nessuno possa accorgersi di nulla. Devo pensarci. Troveremo una soluzione.

— Si ricordi che per me non è facile muovermi, nemmeno con la macchina blindata — disse Malko.

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